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LEGNANO: Avis verso il futuro

Written by on February 24, 2010

Il presidente di Avis Legnano, Roberto Stevanin, in occasione della consegna del Premio Isimbardi, commenta il consuntivo dell’attività donazionale dello scorso anno.

Durante l’assemblea dei soci che ha aperto il 75esimo anno di vita del sodalizio legnanese, nei locali del dopolavoro della Franco Tosi di via Cairoli, Stevanin, in carica dalla tornata elettorale del 2009, ha relazionato sul suo
primo anno da presidente, mettendo in luce i numeri della sezione e portando le riflessioni -e le preoccupazioni- dell’associazione sul futuro del sistema sangue e sul ruolo delle Avis di coordinamento.

I numeri. Il 2009 si è chiuso per Avis Legnano con un totale di donatori attivi 6.842 (contro i 6.726 del 2008) dei quali 644 entrati nella famiglia di Avis nell’anno da poco passato (nel 2008 i nuovi donatori erano stati 639). Le donazioni hanno raggiunto le 17.440 unità, contro le 16.937 del 2008; di queste, 14.906 sono state eseguite nella sede associativa di via Girardi, 64 nel centro trasfusionale dell’ospedale di Legnano. Oltre alle donazioni di sangue sono state eseguite 2.419 plasmaferesi e 51 citoaferesi nei reparti dell’ospedale di Legnano.

Il bilancio. «Quello da poco concluso è il nostro anno migliore -ha dichiarato Stevanin-: per quantità e qualità della donazione, per la presenza dei nostri donatori, per l’interesse di cui ha goduto la nostra associazione. Un bel modo di spegnere la settantacinquesima candelina».

Ma il presidente non nasconde le preoccupazione per gli scenari futuri: «Ormai il sistema Avis Legnano è consolidato. Ma da soli non ce la facciamo se attorno non abbiamo un sistema solido ed efficiente con cui relazionarci. In primis, un ospedale che funzioni a pieno regime».

Ma non solo, Stevanin parla anche delle politiche regionali: «Nel nuovo piano sangue non sono previste variazioni nelle tariffe, il che significa che oggi lavoriamo con quelle di cinque anni fa».

E poi le Avis di coordinamento: «Cerchiamo di essere presenti il più possibile sul territorio: a fare nuovi iscritti, a diffondere la cultura della donazione. Ma una comunicazione efficace ha bisogno di altre risorse, troppo grandi per noi: campagne di sensibilizzazione serie, articolate, declinate su tutto il territorio. Siamo vicini ai tre presidenti cui fa capo la nostra sezione -provinciale, regionale e nazionale, ndr. Ma, ci spiace dirlo, in questo dobbiamo fare i conti con il vuoto delle Avis di coordinamento e delle istituzioni. Siamo preoccupati, perché il messaggio che arriva da chi dovrebbe fare per noi è “ognun per sé”. Viene così a mancare un pilastro fondamentale della nostra attività associativa. Ed è grave, perché in un momento di crisi sono proprio le grandi sezioni, come la nostra, ad avere i maggiori problemi».

 

 


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