My Life
Written by davide on April 18, 2011
“Morire è un modo drastico di capire la vita.”
Questa settimana voglio parlarvi di un film a me molto caro, che mi ha fatto versare secchielli di lacrime ..”My Life”.
E’ un film che affronta un tema che abbiamo visto tante volte al cinema …il cancro. Un male profondo, difficilmente curabile che quando si insinua nelle nostre viscere non ci dà tregua, ci insegue, ci costringe a correre senza fiato contro il tempo, deboli e ci smaschera obbligandoci a porci di fronte a qualcosa di enorme e di fondamentale importanza che forse fino a poco prima di ammalarci davamo troppo per scontata…sto parlando della nostra vita, sto parlando di My Life.
In questo film si parla di una coppia che aspetta un figlio e Robert (Michael Keaton) scopre nel frattempo di essere malato di cancro. Le speranze di guarigione sono remote ed ecco che l’unico desiderio che Robert vorrebbe fosse esaudito è quello di poter vedere suo figlio.
Comincia una lotta tra la vita (riuscire a vedere suo figlio) e la morte (la sua malattia) che lo porterà a rimettersi in gioco nei confronti di tante cose a cominciare dal rapporto con la famiglia.
Un guaritore cinese gli dirà che il vero veleno è il rancore che porta dentro di sé ma forse, a mio modesto parere, questo rancore non rappresenta la causa del suo male quanto il rischio di dover abbandonare questa vita con rabbia e lasciando un ricordo di sé triste e austero ai suoi cari.
Questa malattia ti pone davanti a tanti momenti intensamente difficili tra cui la paura di non poter guarire e l’imminente rassegnazione nel momento in cui ormai ogni minuto in più è come regalo preziosissimo.
Ti rendi conto che le cose che volevi fare, dire, vedere, sentire sono ancora troppe e che anche facendo una dannata selezione non sarai mai felice appieno di averle vissute. E allora cominci a lavorare su te stesso ad autoconvincerti che va bene così, che bisogna accontentarsi, che è meglio un giorno da leoni che cento da pecore, e il tuo motto diventa “carpe diem” e pensi a chi non hai più visto e chi vorresti rivedere o a riconciliarti con qualcuno con cui avevi litigato e il tempo passa, inesorabile, indifferente, non si ferma mai e quel momento si avvicina sempre di più.
Un count down miseramente lento perché senti la malattia che ti mangia e drasticamente veloce perché il tempo a tua disposizione potrebbe essere diminuito.
Questo film però, nella drammaticità della patologia vuole trasmetterci un messaggio di vita. Il protagonista non si è accontentato di pensare che comunque una parte di sé rimarrà attraverso la vita di suo figlio ma, attraverso dei filmati amatoriali, ha voluto partecipare virtualmente alla crescita di suo figlio. Ed è questo che rende il film originale.
Intanto Robert ha trovato uno scopo, nonostante la sua malattia, si è concentrato sulla nascita di suo figlio e l’ha desiderato talmente tanto che è riuscito ad assistere al parto (forza di volontà dell’essere umano o intervento divino a voi la scelta) e a contribuire alla sua crescita e a far sapere a suo figlio quasi direttamente chi era suo padre.
Ricordo quando ero piccola che mio padre mi disse che quando sarebbe morto avrebbe cercato di mettersi in contatto con me in qualche modo magari tramite la televisione. Quando morì la prima cosa che feci, a distanza di qualche ora dal suo ultimo respiro, fu mettere la videocassetta che aveva registrato per me in cui mi raccontava la storia della nostra famiglia attraverso le fotografie. Sentii che era lì con me e quando ripensai alla sua frase sorrisi
C’è sempre qualcosa per cui vale la pena vivere e lottare qualsiasi cosa ci accada bisogna aggrapparsi alla vita e trovarne un senso per noi, farla nostra, renderla unica, solo così quando dovremo andarcene potremo farlo consapevoli di ciò che abbiamo vissuto.
Toccante la colonna sonora.
Curiosità: l’attore che interpreta il guaritore cinese è Haing S. Ngor che vinse un oscar come attore non protagonista nel film “urla nel silenzio”. Fu assassinato durante un tentativo di rapina. L’oscar fu rubato dal suo appartamento e mai più ritrovato. In una puntata de “i Simpson! la si vede in una bacheca di casa Simpson.