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Bee Gees

Written by on October 31, 2021

I Bee Gees sono stati una delle band più longeve della storia del pop: grazie alla loro versatilità compositiva, nonché alla semplicità ed efficacia delle loro melodie, sono riusciti a mantenere un grande successo nell’arco di trentacinque anni, riuscendo a porsi come protagonisti di una costante evoluzione musicale, dal beat all’R&B, dal funky al country-rock,dalla disco-music al pop.

I fratelli Gibb nacquero a Douglas nell’isola di Man, situata tra la Gran Bretagna e l’Irlanda, da Hugh, leader di una band e Barbara, cantante professionista. Il trio fu costituito da Barry (nato il 1° settembre 1946) e dai gemelli Maurice e Robin, nati il 22 dicembre del 1949. I genitori si accorsero ben presto del loro talento. Barry aveva infatti 9 anni, quando cominciò a suonare la chitarra e a esibirsi coi fratelli nei cinema di Manchester, tra un film e l’altro, con il nome di Rattlesnakes.

Nel 1958, la famiglia al completo si trasferì a Brisbane, in Australia. Una volta giunti nella “terra dei canguri”, i fratelli cominciarono a comporre molte canzoni, giurando a sé stessi che sarebbero rimasti sempre uniti nell’impresa.

Dopo aver suonato nei locali balneari, nonché in emittenti radio e tv private,1963 firmarono il loro primo contratto con la Festival Records, pubblicando il singolo “Three Kisses Of Love”, per poi nel 1966 essere nominati come miglior band australiana. Il successo, tuttavia, fu conseguito soltanto con il singolo “Spicks And Specks”, tratto dall’omonimo album, col quale raggiunsero la prima posizione nella hit parade australiana. Nel gennaio del 1967, però, la famiglia Gibb si imbarcò per il ritorno in Inghilterra, dove Beatles e Rolling Stones erano ormai un fenomeno consolidato. I fratelli decisero, pertanto, di rivolgersi a Robert Stigwood, manager della Polydor, e storico produttore dei loro primi lavori discografici.

Nel 1967 pubblicarono il loro primo vero singolo a livello internazionale “New York Mining Disaster 1941”, che avrebbe conquistato anche i primi posti della hit parade statunitense. Nell’ottobre del 1967, fu pubblicato il singolo “Massachussetts”, che raggiunse il primo posto della classifica inglese e anticipò l’uscita del secondo album, Horizontal. Quest’ultimo mantenne lo stile del precedente, basandosi su ballad dolci e melodiche. Il 1969, invece, fu l’anno di Odessa, un doppio album con la copertina di velluto rosso, il cui aspetto lussuoso si intonava perfettamente alla raffinatezza dei brani.

Dopo innumerevoli successi internazionali arrivo l’anno fatidico della “Febbre del sabato sera”, infatti il produttore Robert Stigwood stava lavorando su un film riguardante la cultura dance a New York, basato su un articolo intitolato “Tribal rites of the new saturday night”. Il film in questione era Saturday Night Fever, con John Travolta. La colonna sonora, un doppio album di diciassette brani, fu il disco più venduto al mondo in tutta la storia della musica, dopo “Thriller” di Michael Jackson. Tra i brani apportati dai fratelli Gibb, sono inclusi “Stayin’ Alive”, “How Deep Is Your Love”, “Night Fever” e “More Than A Woman”, eseguita anche dai Tavares; altra loro canzone di grande successo è “If I Can’t Have You”, cantata da Yvonne Elliman, ovvero colei che interpretò Maddalena in “Jesus Christ Superstar”. Pochi altri brani avranno lunga vita in discoteca come quelli tratti da quest’album. Il successo strepitoso di cui furono protagonisti i Bee Gees nel periodo della disco-music proseguì nel 1979 con Spirits Having Flown, il loro album più venduto in Italia. Il disco mantenne lo stile di “Saturday Night Fever”, nel quale tutti i brani furono cantati in falsetto; il genere fu ancora una volta una disco-music inconfondibile, in cui funky e soul si amalgamavano perfettamente. I singoli di successo furono “Tragedy”, esaltazione del loro cantato in falsetto, la struggente “Love You Inside Out” e la ballad lentissima “Too Much Heaven” che anticipò, nel 1978, l’uscita dell’album stesso.

Ma il successo avrà due facce per i fratelli australiani: i Bee Gees, infatti, saranno ormai identificati con l’immagine di “star” assunta in quel periodo. E la critica affilerà presto le penne contro di loro, anche per l’utilizzo improprio della loro immagine da parte della casa discografica. Si aggiunga, poi, il flop del film Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Hand, per il quale la band realizzò una colonna sonora nel 1980… A farne le spese fu l’album Living Eyes, pubblicato nell’autunno del 1981: le vendite tradirono ogni aspettativa.

I Bee Gees, ormai in fase calante come band, si dedicarono a numerose collaborazioni con altri artisti. Nel 1980, Barry produsse “Guilty”, il più famoso album di Barbra Streisand (con il grande hit “Woman In Love”). Altri album composti e prodotti dai fratelli Gibb, furono “Heartbreaker” di Dionne Warwick (1982), “Eyes That See In The Dark” di Kenny Rogers (1983) e, soprattutto, “Eaten Alive” di Diana Ross (1985). Nello stesso anno, Robin Gibb pubblicò l’album How Old Are You?, trascinato dal singolo “Juliet”: il successo fu enorme.

Alla fine di dicembre del 2002, i fratelli Gibb furono nominati baronetti dalla Regina Elisabetta II. Ma il destino aveva in serbo un altro duro colpo per la famiglia Gibb: il 12 gennaio 2003, in seguito a un blocco intestinale, dovuto a una malformazione congenita, Maurice perse la vita a soli 53 anni, in un ospedale di Miami. La notizia gettò nello sconforto i fratelli e tutti i fan. In un’intervista di Rebecca Hardy, Robin ha dichiarato che, nonostante vari tentennamenti, lui e Barry hanno deciso di continuare a comporre insieme, sempre con il nome di Bee Gees, poiché questa sarebbe stata la volontà di Maurice. In altre occasioni, però, è stato affermato il contrario, almeno secondo alcune fonti, poiché tale nome identificava tutti e tre i fratelli. E nel 2012 la maledizione dei fratelli Gibb colpisce anche Robin, la storica voce del gruppo, che muore a 62 anni dopo una lunga battaglia con il cancro. Niente, invece, potrà uccidere il ricordo di una delle band più memorabili della disco-music, e del pop tutto.


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