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Industria musicale in fermento…

Written by on June 16, 2009

New York non ha piu’ un solo megastore musicale: la Virgin ha chiuso il suo ultimo punto vendita nordamericano nella Union Square. Agli appassionati della Grande Mela rimane solo qualche negozio di dischi indipendente. La causa della crisi dei grandi negozi e’ attribuita alla vendita in rete di file musicali, cd e vinili oltre alla pirateria dilagante. Le difficolta’ dell’industria discografica hanno poi peggiorato le cose. Dal 2000 le vendite di cd hanno subito un calo del 45%.

Contro le difficoltà ecco allora un sano gioco di squadra: Accordo in Inghilterra tra Universal Music e Virgin Media per un servizio di download e streaming illimitato agli abbonati del servizio di banda larga. L’accordo prevede che i clienti di Virgin Media possano accedere all’enorme catalogo di Universal in formato mp3 e quindi interoperabile con qualsiasi device compreso nel costo dell’abbonamento al servizio di banda larga. Il presidente di Fimi, Enzo Mazza, si dice favorevole all’accordo perche’ permette lo sviluppo di un’offerta legale di musica on-line.

Crisi sì, ma non perdiamo il nostro passato! ‘Digitalizziamo il tango adesso, oppure lo perderemo per sempre’. Questo l’allarme lanciato dal musicista Ignacio Varchausky. Varchausky, contrabbassista e fondatore del gruppo di tango contemporaneo El Arranque, dice che senza l’interesse delle case discografiche, questa musica sta sparendo. Il musicista propone di digitalizzare tutte le vecchie canzoni registrate sui dischi in vinile ed i nastri magnetici. Le registrazioni di tango gia’ scomparse sono almeno tremila.


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