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Il Decamerock di Massimo Cotto

Written by on May 14, 2022

 

Intervista realizzata da Laura Defendi in occasione dello spettacolo “Decamerock” andato in scena al Teatro Carcano di Milano. Un progetto di Massimo Cotto, con Massimo Cotto e Mauro Ermanno Giovanardi e con Chiara Buratti e Francesco Santalucia, per la regia di Roberto Tarasco. DECAMEROCK Nella lunga notte del rock sono infinite le storie da raccontare. Storie di rock e dannazione, di morte e bellezza, parabole che sanno di destino e magia, demoni e follia. Storie spesso così assurde da non sembrare vere, ma semplice invenzione letteraria. Massimo Cotto, giornalista e voce di Virgin Radio, ne sceglie dieci e le racconta come si raccontava una volta nei locali poco illuminati e avvolti da un’aria strana, in un misto di umidità e fumo, o nei fienili dopo la vendemmia … Accanto a lui, Mauro Ermanno Giovanardi, una voce che canta e incanta, per aggiungere altre storie, come una radio nel buio che disegna suggestioni. Canta come se avesse un pubblico, anche se il locale è vuoto e non vorrebbe smettere mai. Apparentemente, Decamerock è solo questo: uno spettacolo di storie e canzoni, di favole a volte spaventose, altre volte struggenti. Invece no. C’è qualcosa in più e di diverso. C’è un fantasma, intanto. Uno spettro che si aggira per il palco. Lo spettro di Nico, femme fatale del rock, musa di Andy Warhol e voce dei Velvet Underground in uno degli album fondamentali del secolo scorso. È lei, impersonata da Chiara Buratti, l’anello che lega le storie, il filo rosso che avvolge di bellezza e dannazione ogni passo della trama, che si sgrana come un rosario: ineluttabile. E c’è un altro uomo, Francesco Santalucia, che suona e accompagna le storie di tutti, che rimane nell’ombra perché è da lì che può illuminare ogni storia. Sembra che non comunichino, che ognuno sia perso in fondo al bicchiere del suo destino, eppure, magicamente e progressivamente, diventano un canto solo, una storia sola, che racchiude le storie di tutti i personaggi evocati e che finisce per essere unica, originale, inconfondibile. Per rock, in questa narrazione, s’intende quel senso epico e tragico della quotidianità che non ha a che vedere solo con uno stile musicale. Rock, in quest’accezione, sono anche Piero Ciampi, Niccolò Paganini, gli eroi dello sport vinti solo dal destino, le muse del jazz e del cinema, i personaggi della letteratura come il capitano Achab di Moby Dick. Su quel palco sfila una commedia umana mai così variopinta, eppure mai così dannata. Mai così bella da raccontare.


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