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Raccolta e riciclo degli oli esausti. Perché è importante? Ne parliamo con Tommaso Campanile, CONOE.

Written by on February 15, 2022

Sabato 22 gennaio, ore 12, andrà in onda la nuova puntata di Wasabi Street condotta da Emanuele Brunini.
La raccolta e il riciclo degli oli vegetali esausti sarà l’argomento della puntata, con Tommaso Campanile, presidente di CONOE, il Consorzio Nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti.

Il riciclaggio degli oli esausti (o riciclo degli oli esausti) è un settore specifico del riciclaggio dei rifiuti, e consiste in un insieme di operazioni che vengono svolte su oli minerali usati o oli vegetali di scarto per ottenere oli rigenerati da reimmettere nel mercato. Gli oli esausti immessi in natura provocano ingenti danni ambientali. Possono essere raccolti presso le isole ecologiche o le ditte specializzate. Il loro smaltimento permette di produrre lubrificanti, biodiesel, tensioattivi e saponi.
Attualmente, si stima una produzione di circa 280 mila tonnellate di rifiuto ogni anno. Per non contare gli oli esausti provenienti direttamente dalla ristorazione: in questo caso la previsione è di 60 mila tonnellate annue. Non devono essere eliminati in modo improprio.
Ogni italiano produce mediamente più di 4 litri di olio esausto che non può essere riutilizzato. Smaltire nel modo sbagliato l’olio esausto (es. olio di frittura) versandolo nel lavandino della cucina o, peggio ancora, nello scarico del wc, può causare gravissimi danni al nostro pianeta perché non biodegradabile: a tal proposito esiste una procedura specifica per smaltirlo, valida sia per i cittadini che per le aziende.

Lo sversamento di oli esausti su un terreno qualsiasi è gravissimo, perché quando questo rifiuto viene disperso nel sottosuolo deposita un film sottilissimo attorno alle particelle di terra e forma così uno strato di sbarramento tra le particelle stesse, l’acqua e le radici capillari delle piante, impedendo l’assunzione delle sostanze nutritive. Se gettato in mare, l’olio forma una patina che impedisce il passaggio dei raggi solari danneggiando l’ecosistema marino.

A contatto con le falde acquifere, l’olio esausto può rendere non più potabili decine e decine di litri di acqua, impedendone l’ossigenazione.

Se l’olio esausto raggiunge la falda freatica forma uno strato lentiforme di 3-5 cm di spessore, che si sposta con la falda stessa verso valle, e può raggiungere pozzi di acqua potabile anche molto lontani determinando gravi conseguenze alla salute pubblica.

L’olio esausto può essere riciclato?

www.conoe.it

SABATO 19 FEBBRAIO, ORE 12.


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